Breve storia della lana

Preistoria

La lavorazione della lana è antica quanto l'uomo, probabilmente è la sua prima attività d'ingegno oltre alla sussistenza primaria (mangiare, bere, dormire) perchè assicura riparo e conforto. E' possibile che la storia della lavorazione laniera sia incominciata quando l'uomo si è accorto, che i peli della pecora, sovrapposti e bagnati si attorcigliavano e infeltrivano creando una struttura compatta, resistente e impermeabile: il feltro. Abiti e complementi tessili sono stati ritrovati e datati in gran parte del mondo antico abitato, ma si fa risalire il principio dell'allevamento di greggi per l'utilizzo della lana e del latte in Mesopotamia, Palestina, Siria e Assiria  verso 10000a.C quando l'uomo ha iniziato ad allevare le prime greggi, greggi di pecore selvagge, il cui vello era inizialmente più peloso che lanoso e soprattutto aveva uno spesso strato superficiale impermeabile e difficile da lavorare, ma che proteggeva un sottile strato interno più morbido, quello ad oggi utilizzato per la produzione dei filati.

 

E' datato 28 000  anni fa il primo reperto rintracciato di tessuto, non ritrovato, ma rimasto impresso sull'argilla a Dolni Vestonice, che testimonia una lavorazione del filato ritorto e una tessitura a telaio a motivo intrecciato.

Nelle grotte di Lescaux, Paleolitico 15 000anni a.C., oltre ai dipinti pregiatissimi , rimase una corda a lacci a due capi in fibra vegetale intrecciati a torsione a S, che prima di deperire impresse la sua impronta nell'argilla.

 

Si ritiene che la selezione degli animali volta alla produzione della lana iniziò attorno al 6.000 AC, principalmente in Mesopotamia, Palestina, Siria e Assiria.   Attorno al 5.000 AC la selezione portata dai pastori e dagli allevatori garantiva già degli animali con un pelo maggiormente lavorabile.

 

Inizialmente la lana era sfilata alla pecora manualmente o con pettini di bronzo. I primi strumenti per la tosatura apparirono attorno all’età del ferro (1.200-600 AC)

 

 

Antichità classica, Grecia omerica

In Europa la lana arrivò all’incirca nel 4.000 AC, ma bisogna aspettare fino al 1500 AC per ritrovare i primi reperti di vestiti filati con lana. Le lane pregiate di Mileto, dell'Attica, della Magaride e di Taranto fanno ritenere che venisse prestata una cura particolare all'alimentazione dell'animale e ai riguardi verso il suo pelo.

Nella lavorazione della lana e la tessitura erano impiegate soprattutto donne, come lo si ha dedotto? Fuori dall'ambiente domestico sorgono laboratori tessili all'interno dei quali le addette erano divise tra numerosi telai; i pesi, a cui sono fissati i fili dell'ordito,  spesso recano personalizzazioni come nomi, simboli, fibie decorative, che riportano a singole persone, che probabilmente li hanno anche realizzati, donne, e ne possono raccontare anche la sfumatura sociale, gerarchica e legami matrimoniali (Metaponto e Apulia).

 

Dee, regine, madri, figlie, schiave, tutte le donne dell' Antica Grecia erano coinvolte nella lavorazione della lana. Alla donna greca venivano affidate l'organizzazione della casa e delle attività al suo interno, e se la situazione economica era favorevole poteva ritrovarsi a dirigere un laboratorio di tessitura e ricamo. Se nella civiltà spartana alla donna veniva garantita un'istruzione e la frequentazione delle palestre, prima del matrimonio, successivamente rimaneva proprietaria della dote e riconosciuta come cittadina, ad Atene, con l'invenzione della democrazia, la donna rimette tutte le sue possibilità di di partecipazione esterna alla casa, di ricevere un'educazione oltre a quella impartita dalla madre e poter pronunciare parola. L'unica occupazione ed educazione della donna greca nella polis democratica era la tessitura e nella letteratura omerica troviamo occupate in questa attività le protagoniste femminili, intente ad esprimere attraverso il ricamo il loro pensiero.

 

 

Pastori Assiri omaggiano il Re Dario I di Persia (550-485a.C.) Impero Achemenide
Pastori Assiri omaggiano il Re Dario I di Persia (550-485a.C.) Impero Achemenide

Etruria

Nella società etrusca le donne erano istruite nell'arte della tessitura, occupazione domestica che richiedeva un impegno dedito dalla cardatura, filatura e tessitura in capi elaborati e personalizzati; non sono stati rinvenuti telai, ma utensili di piccole dimensioni e scene di lavoro domestico a decorazione di ceramiche.

http://www.archeoferrara.beniculturali.it/la-donna-in-veste-di-tessitrice_pag_pg118_ita.aspx

Età classica romana

Corporazioni di lanari sono registrate durante l'Impero Romano. In epoca romana i vestiari erano fatti principalmente di lana, lino e pelli (cotone e seta erano ancora delle fibre esotiche, considerate beni di lusso o curiosità naturalistiche).

Plinio il Vecchio ricorda tra le lane galliche ottenute dagli allevamenti nella Valle Padana, le delicate lane bianche di Altino, centro veneto, che, a causa delle invasioni barbariche e dell'innalzamento del livello del mare, in breve tempo si spopolò per trasferire cittadinanza e produzione a Torcello.

Nella sua Naturalis Historia cita Taranto come città produttrice della lana più pregiata.

A Patavium sorgeva una produzione laniera di gausapae, tapetes e trilices , tessuti adatti a confezionare coperte, tovaglie, mantelli e tuniche.

Dai reperti della Venetia Romana risulterebbe una differenza di genere nell'impiego tessile: la filatura era specificatamente femminile tanto da assumere una connotazione simbolica matronale; la tessitura prevedeva un impiego eterogeneo sia nel genere, che sociale ed economica.

 

 

Medioevo, Rinascimento

 

Fu solo nel medioevo che la lana diventò un vero e propria industria, tra le poche che dettero vita a un commercio internazionale di materie prime, materiali tintori e manufatti, con fiere dedicate (come quelle di Champagne) e traffici marittimi che collegavano il Nord Europa al Mediterraneo. Centri di allevamenti selezionati e produzione della lana grezza potevano distare dai centri manifatturieri pregiati: la lana lavorata nei pregiatissimi laboratori fiamminghi e fiorentini proveniva dalla Spagna, dalla Borgogna e soprattutto dall' Inghilterra, alimentando commerci che determinavano l'economia politica e gli equilibri tra le relazioni diplomatiche delle nazioni.

 

Gli ordini cistercensi attuarono dal XII secolo delle vere e proprie economie di scala, acquisendo terra a basso costo ed investendo sull’allevamento ed esportando verso i porti delle Fiandre, dove la lana grezza veniva lavorata e filata in tessuti pregiati già dal 9'secolo

 

In Italia, nel quattrocento, i Medici e le altre grandi case di Firenze costruirono la loro ricchezza sulla produzione della lana e sul finanziamento del commercio. L’”Arte della Lana” era una delle sette corporazioni maggiori di arti e mestieri di Firenze, la più potente per numero di lavoratori, circa un terzo della popolazione fiorentina.

 

I maggiori esportatori di lana grezza erano l’Inghilterra e la Castiglia.Tra il 1250-1350 l’esportazione della lana grezza e dei panni di lana era così importante per il regno inglese che vennero definite delle speciali tasse sull’esportazione. Lo stesso Presidente della Camera dei Lord siede ancora sul “woolsack”, una sedia imbottita di lana che era il simbolo dell’importanza di quel commercio. Questo fino alla Restaurazione (XVII sec.), quando la seta iniziò a competere con la lana per il predominio sul mercato internazionale.

Nel XIVsec. la filatura diventa la prima occupazione femminile retribuita, a tal punto che, rese autonome, molte filatrici poterono affrancarsi dal matrimonio per necessità e il termine inglese "spinster" divenne sinonimo di donna nubile.

 

 

500 anni prima di Cristoforo Colombo i Vichinghi arrivano e colonizzano le coste dell'Isola di Terranova in Canada. Le imbarcazioni e le loro vele in tessuto di lana, trasportarono uomini e donne in una nuova terra dove insediarsi. La Lana norrena, di qualità Old Norse, presenta una notevole percentuale di lanolina, che la rende idrorepellente, e le tele ottenute venivano follate e intrise ulteriormente di olio di pesce; accoppiate a raggiungere le dimensioni adatte all'imbarcazione, le vele erano completate con catrame spalmato e rese così impenetrabili all'aria. La realizzazione delle vele era notevolmente più lunga della costruzione dell'imbarcazione stessa e poteva richiedere più di un anno per le maestranze femminili, le quali ne fecero un patrimonio della comunità e ne riportavano motivi riconoscibili

Il Pastore e gli animali: ceramica persiana, 19°secolo, 40x40cm
Il Pastore e gli animali: ceramica persiana, 19°secolo, 40x40cm

Età moderna

 

È solo a partire dal XV secolo che l’industria della lana si sviluppò anche all’interno del territorio inglese, fino al punto da assorbire quasi tutto il prodotto destinato all’esportazione. Le limitazioni all’esportazione fecero sviluppare una vera e propria rete di contrabbando (conosciuti come “owlers”, da owl, gufo, per le loro “abitudini notturne”).

 Nel 1750 la tessitura era l'impiego più comune tra le donne, che, pur non potendo aspirare all'equiparazione maschile, potevano così affrancarsi dalla povertà assoluta; si calcola che una donna madre di famigli riuscisse a filare un chilo di lana alla settimana, mentre le donne nubili arrivassero a tre chili di lana filata. A Tolosa, metà XVII secolo, un editto cerca di impedire la lavorazione del merletto per le donne meno abbienti a causa della mancanza di disponibilità di impiego come collaboratrici domestiche.

 

Nel XVI secolo la Spagna vincolò l’esportazione degli agnelli di Merino (una delle lane maggiormente preziose ancora oggi) ad una esplicita autorizzazione regale.

 

Negli anni la Germania si impose sull’Inghilterra come principale esportatore di lana, primato mantenuto fino all’età contemporanea, con il sorpasso dovuto alla produzione australiana.

 

In Italia, dal 14'al16' secolo l'industria laniera delle regioni Lombardia, Veneto e nella provincia di Firenze si organizza in corporazioni economiche paragonabili a quelle delle regioni fiamminghe, che si occupano dell'intera filiera di lavorazione: la pulitura e cardatura della lana greggia grazie a vergheggiatori, scardassieri e pettinatori; la filatura, impiego a prevalenza femminile e domestico; la tessitura, eseguita in laboratori ricavati nelle abitazioni, ma a stretta dipendenza del mercante, che spesso detiene la proprietà dei telai; lavatori, follatori, tintori e cimatori erano invece organizzati in attività artigianali autonome con proprietà di laboratorio e strumentazione.

 

Età contemporanea

 

La Rivoluzione Industriale ha introdotto al produzione tecnologica di massa nel processo di produzione del la lana, anche se l'industria laniera è una delle ultime a perdere il carattere familiare e a essere meccanizzata: le prime filature meccaniche sono quelle inglesi nel 1810 e le macchine per la tessitura si diffondono dopo la metà del secolo.

 

A metà del ventesimo secolo le fibre artificiali iniziarono a metter in crisi il mercato della lana (negli anni ‘60 il prezzo della lana crollò del 40%).  Ma anche l’industria della lana si modernizzò: negli anni ’70 nasce la lana lavabile, una tipo particolare di lana trattata per permettere di essere lavata in lavatrice ed asciugata meccanicamente: il trattamento anti infeltrimento può essere chimico, a base di ipoclorito e permanganato, ed è volto ad eliminare le scaglie esterne della fibra indebolendola di fatto,; il secondo metodo prevede la protezione della fibra tramite film particolari in agenti poliuretani, che permettono lo scivolamento tra esse senza aggrovigliamento.

 

    • L’ARCHEOLOGIA TESSILE NELLA VENETIA ROMANA. TESTIMONIANZE MATERIALI PER UNA SINTESI STORICA  Dottoranda: Anna Rosa Tricomi
    • LA PICCOLA TRECCANI, Ist.Enc.Treccani, 1995
    • ULISSE E LO SPECCHIO Frontisi-Ducroux e Vernant
    • FORMA URBIS Rivista fondata da Luciano Pasquali  Mensile Tecnico Scientifico , settembre 2015
    • LA TRAMA DEL MONDO I tessuti che hanno fatto la storia . Kassia St Clair ,2019